Alberto Giacobbe – l’azienda dei “due Cesanesi”
Giacobbe è un’azienda che partire dal 1939 è arrivata a detenere circa 9 ettari vitati tra i Comuni di Paliano, Piglio e Olevano Romano.
Pur producendo anche la Passerina del Frusinate IGT, nella mia memoria è rimasta impressa una particolarità: la disposizione delle vigne consente ad Alberto di imbottigliare sia Cesanese del Piglio Superiore Riserva DOCG che Cesanese di Olevano Romano DOC.
Mentre alla Passerina sono dedicate le vigne posizionate ad una altitudine inferiore, al Cesanese d’Affile sono dedicate le zone più collinari con terreno composto da argille bianche e rosse di origine vulcanica.
Dal 2008 Alberto, pur mantenendo strettissimo il legame con il tettorio rafforzando la scelta di vitigni autoctoni, ha avviato un processo di progressivo abbandono dell’agricoltura convenzionale e fa il salto di qualità: da conferitore a produttore. Le vigne sono completamente inerbite, così vigorose da richiedere continui e frequenti diradamenti; a tutti racconta con un sorriso dei continui litigi con il padre durante quelli che definiva “ecatombe”.
Il primo Cesanese, il Lepanto, è un Cesanese del Piglio Superiore Riserva DOCG. Riposa almeno 12 mesi in botti di rovere e almeno 18 in bottiglia. La vigna è quella storica, quella del nonno, anno 1952. Colore rosso rubino con riflessi granati. Al naso l’apertura di confettura: mora, mirtillo e lampone; segue una nota di prugna prima di virare verso sentori terziari di spezie e note di liquirizia. Al palato è fresco ed equilibrato, struttura importante, con tannini ben integrati, con un frutto importante che riempie il sorso. Un vino da zuppe in un freddo inverno o da carni rosse in umido.
Il secondo Cesanese, il Giacobbe, è Cesanese di Olevano Romano DOC allevato con il sistema del cordone speronato e affinato per almeno 12 mesi in acciaio e per altri 6 in bottiglia. Forse il vino più rappresentativo, il vino di famiglia, il vino prodotto a partire da vigne che risalgono anche al 1978. Dalla fermentazione all’affinamento, vino non fa passaggi in legno. Un frutto pieno, deciso. Un vino da bere giovane affiancandolo a piatti succulenti e con una discreta grassezza. E’ un Cesanese decisamente più fresco del primo in grado di esprimere maggiormente le note varietali del vitigno vinificato in purezza.