Nebbiolo nel Cuore 2020 – 50 anni del Nebbiolo D’Alba Spumante
1970 – 2020, 50 anni della DOC Nebbiolo d’Alba Spumante, anniversario che in una manifestazione come Nebbiolo nel Cuore era d’obbligo festeggiare. Riserva Grande dedica un seminario proprio al Nebbiolo spumantizzato e Gianluca Viberti (proprietario ed enologo di 460Casina Bric) partecipa in qualità di esperto in materia.
Non è raro leggere di parallelismi tra Nebbiolo e il Pinot Nero in termini di eleganza espressiva, di capacità evolutive, di difficoltà nella coltivazione. Il primo rappresenta da sempre l’Italia nella “nobiltà enologica”; il secondo, seppur coltivato in tutto il mondo, è ovviamente tra gli emblemi della Francia vitivinicola. Il Pinot Nero è la punta diamante del più famoso vino spumante del mondo: lo champagne. E il Nebbiolo?
Le analogie tra Nebbiolo e Pinot Nero, se si parla di spumante, terminano sul nascere. I vini spumante necessitano di uve con grande acidità. Utilizzando uve a bacca rossa, al fine di evitare spiacevoli note amare rilasciate da tannini non pronti, è indispensabile inoltre che si sia raggiunto giusto grado di maturazione. Pinot Nero (e Chardonnay) sono uve a “ciclo corto”; il Nebbiolo invece, come noto, viene vendemmiato spesso alle prime nebbie tardo autunnali, quando è ormai difficilissimo garantire l’acidità necessaria alla spumantizzazione. Ecco spiegato come mai il Nebbiolo D’Alba Spumante sia riservata a pochi produttori che amano cimentarsi in sfide del genere.
Il percorso delle degustazione parte da tre annate (2013, 2014 e 2015) del Nebbiolo d’Alba
Spumante Brut Rosé di 460Casina Bric. Prodotto con metodo Martinotti Lungo (fino a 18 mesi), l’intenzione è quello di produrre uno spumante che esprima le note varietali del nebbiolo. La storia del Rosè di 460Casina Bric è una storia di sperimentazioni (uva con o senza raspi), di studio scientifico dell’effetto della conservazione delle uve in cella frigo per 10 giorni prima della pigiatura e di una raccolta anticipata ad inizio settembre. Il colore tenue conferma la scelta di macerazioni brevi, funzionali ad una ridotta estrazione dei tannini; rosa tenue il 2015, cipria e un delicato rosa antico il 2014 e il 2013. E’ fresco, quasi croccante. Il “Martinotti lungo” dona un perlage che anche in bocca risulterà fine e “digeribile”. Profumi floreali, rosa canina, una nota dolce quasi di pesco, una piacevole vena erbacea. In bocca si percepisce una leggera trama tannica che consente di ipotizzare interessanti abbinamenti culinari; una nota ammandorlata di lega alla sensazione erbacea percepita al naso
Il Metodo Classico (sempre di 460Casina Bric) presenta una base fruttata più intensa (ma meno ampia) con nuance di crosta di pane e spezie bianche. Il sorso è meno verticale delle bottiglie degustate in precedenza, di discreta persistenza.
Sempre sotto la conduzione di Viberti e Marco Cum, la degustazione propone anche un’altra bottiglia metodo classico: il Nebbiolo d’Alba Brut Rosè 2017 Metodo Classico Millesimato di Josetta Saffirio. I fiori di pesco del 460Casina Bric qui diventano quasi note di sambuco; con le note lievi di agrume, ha una freschezza al naso che rimanda alla primavera. La bocca è equilibrata e il sorso non tradisce nulla che non fosse già evidente al naso.
In una rassegna nella quale i vini fermi fanno da padrone, un seminario tecnico e inusuale, vini interessanti