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Tenuta Anfosso e il Rossese di Dolceacqua

Degustare un calice di Rossese e non iniziare a flirtare con la bottiglia è difficile; se poi la qualità è quella garantita dalla produzione di Tenuta Anfosso la missione è impossibile.

Ci troviamo nella Liguria degli eroi dell’enologia, quelli che coltivano la vite con pendenze tali da rendere difficoltosa anche una semplice passeggiata tra i filari.

La bottiglia di cui parliamo (Rossese di Dolceacqua Superiore Doc – Vigneto Luvaira, vendemmia 2014) nasce da uve di vigne che hanno dai 60 ai 100 anni; diraspatura parziale e fermentazione sulle bucce che dura tra i 10 e i 14 giorni. Dodici mesi di affinamenti in acciaio seguiti da 6 mesi in bottiglia.

Il risultato è un vino che piace subito ma non è sfacciato né ruffiano; piace ma non capisci subito perché piaccia. Ti colpisce ma non si svela. Ti intriga.

Un bel rosso rubino che dopo pochi anni di affinamento già presenta aristocratici riflessi granati. Pensi che ci siano tanti fragoline di bosco ma poi ti accorgi che non mancano i lamponi, i corbezzoli. Quando credi di aver identificato una bella nota di rose leggermente appassite, emergono caldi toni terziari di cuoio, di tabacco, di cacao. La leggera speziatura fa da trampolino alla incredibilità mineralità che già al naso convince e richiama alla beva. La chiusura è di una finissima macchia mediterranea; non una macchia assolata nella quale l’odore di mirto diventa penetrante; è una macchia dopo la pioggia, quando gli aromi di resina si fanno più delicati, quando distingui il pino, quando non percepisci alcun sentore terroso o di polvere. Il sorso è ben bilanciato, decisamente fresco, con un tannino delicato; è qui che il Rossese di Tenuta Anfosso dimostra di che stoffa sia fatto, è qui che mette in mostra una bevibilità pazzesca. C’è sostanza, tanta. Non è solo vino ma è “cibo da accompagnare al cibo”.

Molti lo abbinano al coniglio; in tanti lo apprezzano con i formaggi. Personalmente l’ho eletto a “mio vino per polpo al sugo”, di quelli con il sugo densissimo, con i crostini con un po’ di prezzemolo sopra.

Questa bottiglia ha un solo difetto: finisce troppo presto.

Propositi per la prossima ? Nasconderla in cantina e condividerla dopo 10 anni.

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