Robert Barbichon, energico Champagne biodinamico
Siamo nella regione dell’Aube, nella Côte des Bar, zona prima esclusa dall’area vinicola d’eccellenza dello Champagne e successivamente reintegrata (anno 1927). I suoi vignerons hanno da sempre lottato strenuamente per conquistare la giusta attenzione all’interno del mercato di Champagne interpretando il territorio tra tradizione e innovazione. Qui il calcare abbandona le formazioni prettamente gessose e si fa quasi marna-calcarea, caratteristica che non stupisce osservando come la distanza tra l’Aube e Reims (cuore della Champagne) sia sostanzialmente la stessa misurabile tra l’Aube e l’inizio della Borgogna.
E’ qui che nel 2005 la maison Robert Barbichon decide di abbracciare la cultura della biodinamica. Vigneti rivolti principalmente a sud e coltivali a pinot noir, senza dimenticare chardonnay, pinot meunier e persino pinot blanc (sono curioso di provare il Champagne Brut Reserve ‘4 Cepages’ Barbichon che prevede tutti i vitigni). Le vigne hanno mediamente 30 anni. Parliamo di Récoltant manipulant, ossia di viticoltori che producono e commercializzano proprie etichette, utilizzando uve provenienti da propri vigneti e lavorate nelle proprie cantine.
Proviamo il Blanc De Noir.
Interessante giallo paglierino, perlage fine e di ottima persistenza (che dirà molto di più all’assaggio). E’ un’espressione decisa, nitida dello Champagne dell’Aube; uno Champagne che in geometria ci farebbe pensare più a poliedri che a solidi di rotazione. Le sensazioni olfattive sono chiare, individuabili e si presentano in alternanza: ora le note citrine, ora una crosta di pane leggermente abbrustolita, adesso un profondo ricordo di gesso e lavagna (vi ricordate le interrogazioni a scuola?), mai l’avvolgenza burrosa di certi Champagne; la mineralità e lo iodio sono i padroni della degustazione. Verticale. Diretto. Teso direi. Dinnanzi alla prorompente personalità del pinot noir, il pinot meunier (11%) conferisce a questa bottiglia una certa immediatezza e una notevole schiettezza. In bocca conferma l’energia percepita al naso, forte ma non invadente né scomposto, con un perlage decisamente fine e una persistenza in grado di sostenere senza problemi il tortino di baccalà mantecato che lo ha accompagnato.